Apr 23, 2025 | In evidenza

25 Aprile — Per la pace, la libertà e la dignità

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Ogni anno il 25 aprile, celebriamo l’anniversario della Liberazione. Ormai sono passati 80 anni, il rischio è che il 25 aprile diventi uno stanco rito, in cui si coltiva il ricordo di eventi tragici ma passati, chiusi nell’archivio della storia. Invece il 25 aprile non ci parla solo del nostro passato, ci interroga sul nostro presente e ci pone della domande sul nostro futuro. Ogni anno il 25 aprile ci chiede conto di quale uso abbiamo fatto del messaggio che la lotta di liberazione al nazifascismo ha consegnato al mondo intero. Nella Resistenza c’è l’annunzio di una nuova società più umana, cioè di un tempo e di una storia nuova in cui l’umanità sia liberata, per sempre, dalla minaccia delle guerre, delle violenze, delle discriminazioni, del disprezzo dei diritti universali dell’uomo e dei popoli. Di quest’annunzio è stato fatto tesoro nei principi posti a base della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo. Quest’annunzio è stato fatto proprio dai Padri costituenti che, all’art. 11, hanno decretato la cancellazione dello jus ad bellum dalle prerogative della sovranita, espellendo la guerra dall’orizzonte di vita del popolo italiano. Purtroppo da oltre tre anni sulla nostra vita gravano gli echi sordi della guerra che sconvolge l’Europa orientale che i governi europei, pur potendo, non hanno voluto fermare. Lo spirito bellico si è esteso oltre il campo di battaglia, permeando la cultura, la comunicazione pubblica e persino i Parlamenti. Ancora una volta la violenza bellica viene esaltata coltivando l’osceno mito della vittoria, da costruire su una montagna di cadaveri. L’Europa corre al riarmo per prepararsi alla guerra rinnegando il messaggio della Resistenza.

Non v’è dubbio che il ritorno della guerra, in Europa, come nel Medio Oriente e nel resto del mondo, rappresenta una contraddizione assoluta con il messaggio che la lotta di liberazione dal nazifascismo ha consegnato al mondo intero. Oggi a 80 anni di distanza dobbiamo chiederci se sia stato inutile il sacrificio degli uomini e delle donne della Resistenza, sciupato il loro sogno e la loro morte.

Noi siamo convinti di no. La Resistenza ci ha insegnato a sperare contro ogni speranza, ci ha tramandato la forza morale per resistere alle tempeste della Storia e continuare ad avere fede nell’avvenire. In questo tempo oscuro abbiamo più bisogno che mai di riprendere il percorso lungo il sentiero che ha disegnato la Resistenza. Dobbiamo impegnarci perché l’utopia della pace riemerga di nuovo nella Storia e restauri i valori del dialogo, dell’amicizia fra i popoli, del ripudio della guerra, del rispetto della dignità umana.

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